Pubblichiamo questo pensiero del dott. Ardita (procuratore della repubblica presso il tribunale di Messina), sulla funzione dei giudici e sull’etica del diritto, a vantaggio di tutti gli inquilini quando si trovano costretti a lottare per i loro diritti nelle aule di tribunale.
“Quando si svolge una funzione pubblica, a partire da quella giudiziaria va svolta nel rispetto assoluto della funzione del diritto, che è una funzione di pacificazione sociale, di superamento dei conflitti, di difesa dei più deboli, di difesa delle persone offese, questo è il diritto.
L’uomo che applica il diritto non deve mai dimenticarsi che il suo obbiettivo è quello di sanare la legalità violata, quindi svolgere un’attività che serve alla collettività.
Non può mai essere egli stesso portatore di un veleno che introduce nella società, altrimenti sarebbe la fine, i contribuenti pagherebbero perché altro veleno entri nella società rispetto a quello che già è presente.
Questo denota, connota, la dimensione etica del magistrato, che deve essere sempre dalla parte del bene, disposto a subire un torto, ma mai a farlo.
Se i magistrati sono utilizzatori violenti degli strumenti, le persone se ne accorgono e non lo gradiscono.”
– Sebastiano Ardita – Procuratore aggiunto Procura della Repubblica di Messina.